Controluce l’ombra
La prima rappresentazione di questo testo con marionette animatori e dias avvenne in Roma nell’Oratorio del Caravita nel 1984. “ Il ceppo cui in Sicilia si avvince la tradizione arcaico-popolare della rappresentazione di arti e fatti, per il tramite di pupazzi al posto di uomini (o, per satira al contrario ?) che lì l’oggetto è l’epico ed il glorioso che trionfano nell’eclatanza di gesta avventurosissime; qui sono marionette incappucciate dentro ”maschere” del dolore, del tradimento, del terrore per assenza di luce, della speranza dopo la Resurrezione che hanno rappresentato il libero, ma conchiuso frutto di una rielaborazione dei sacri temi della Passione. Inizia il nero tormentoso itinerario di Giuda contrapposto alla luce del Cristo, non altrimenti rappresentato.
Un guizzo di luce, il misericordioso incontro tra Giuda e Maria interrompe la caduta nel nulla, con la speranza di un perdono, che anche Cerbero gli ha negato impedendogli l’accesso all’Inferno. (Così su Il Corriere Mirella Violi nel 1984) ”. In epoca recente i pupari rappresentavano nei giorni della Settimana Santa la Passione. Del resto l’idea di usare delle marionette trova riscontro nel rito della Crocifissione rappresentata con un simulacro di Cristo che ha le braccia e la testa mobili.
Talvolta, al momento dell’ incontro di Maria col Cristo risorto,la Madre allarga le braccia e si inginocchia grazie a un meccanismo interno. Una curiosità: il canto dell’Eucaristia è stato estratto, secondo quanto afferma Vigo da “un codice di pergamena esistente nella Biblioteca de’ Casinesi di Catania, scritto in un carattere semigotico, con iniziali, capitali ed onciali a doppio inchiostro rosso e nero, segnato a matita e co’ richiami abbasso della pagina.
E’ desso una miscellanea sacra ad uso di moniali catanesi dell’ordine benedettino. Ma io (Vigo) abbenché vi vegga introdotta la forma aragonese nella scrittura, ritengo questi quattro canti (fra i quali l’Eucaristia) di un’epoca molto anteriore per la loro rozza semplicità; convinto essendo che la pergamena delle moniali benedettine fosse copia di un antichissimo libro trasmesso di tempo in tempo alle devote suore da’primi poeti siciliani . ( l.miceli - Idea (ricerche) 1984 n.7 ”.
Altre critiche su “il Tempo” “Paese Sera” “Il Messaggero” del 1984. Nel tempo pasquale questa sacra rappresentazione è stata allestita anche in Cefalù il 23 maggio 2009 nella Chiesa di Santa Maria della Luce alla Caldura.
E chi vuole poesia
resti a ascoltare
canti e canzoni ne abbiamo a centomila:
tutti li omini di ‘stu paisi
Gèsu cu’ accapita comu su’ misi
iddi si cridinu forti e putenti
liggi ‘un guardinu ‘un timinu nenti
vi la raccuntu ‘sta niura storia
e vui tinitila nni la memoria
...ddu puvireddu ...ddu scintineddu
neanche l’inferno gli aprì le porte
del fuoco eterno...
(maschere ombre marionette la bottega dei vastasi)