Tracce
Le tracce rappresentano il comportamento col quale ci si rapporta all’ambiente, e, in primis, il collegamento del su citato comportamento con le persone che significano la cerchia nella quale hanno la ventura di vivere. Pertanto, il comportamento genera le tracce e l’ambiente si concatena alla fiera del consumo messa in atto, per fare un esempio che chiarisca il concetto, in Cefalù e a quell’immutabile e immarcescibile circo bazar che la memoria corta cancella.
Alcune tracce sono durature, permangono e non c’è necessità di commenti; una volta poste una a fianco all’altra sono - o dovrebbero essere - gli occhi e la mente a trarne relazione e reazione e conseguenze. Chi ascolta, guarda e subisce parole, rumori e inquinamento; spesso per l’arcaica abitudine a soggiacere al pre-potentato non si pone neppure la questione dell’opposizione e, men che mai, della ribellione; abituato oltremisura a patire, soggiace e basta e, qualche volta, anche consapevolmente. Nota a margine : Le motivazioni hanno una base variegata : indolenza, ignoranza, memoria corta o (neologismo) ”cortata”, o peggio del peggio e in grassetto, vantaggio da scambio. Noi siamo Mastri, mastri e non maestrie non abbiamo Rivali in questo. Il programma completo dell’evento fieristico, di seguito illustrato potete abbinarlo ad una poesia in musica di Angelo Branduardi : la fiera dell’est ( o qualcosa di simile, ma il titolo non ha rilevanza, quel che è di specifico interesse è la fiera). Così è se vi pare : chi è pulce e chi è zingaro e chi è altro e ci sta anche un altro tassello che recita:
Tarlo ch’è parente di Pulce
per via dell’orecchio
mi fece andare in giro
per il mondo in tondo il mondo
la pulce punge
corro fuori così come mi trovo:
mi hanno messo in gabbia
per oltraggio al pudore mi hanno
misurato il pensiero
analizzato
rovesciato
in ginocchio abbattuto
catapultato in aria
il giorno ch’era sera del ritorno
ho trovato polvere in granelli
Tarlo ch’è parente di Pulce causa l’orecchio
s’era rosicato tutto
Una nota a piè di pagina s’impone. Non si tratta di critica per la critica o di immondizia o, peggio, di fango. Se questi fattori vengono rilevati ebbene sì, fango e immondizia costituiscono la base dove le immagini sono state colte e raccolte in terra, scivolate in brandelli dai muri o incollate ai cassonetti preposti alla raccolta dell’immondizia e i collegamenti sono da ascrivere a chi come e dove ha incollato quei manifesti. L’amore per Cefalù non deve rendere ciechi o acquiescenti e pronti a subire. Pino Lo Presti, valga per tutti, ama Cefalù e poco tempo fa ha scritto un articolo all’interno del quale raffigura e configura il sindaco che gli piacerebbe avere. Il suo pensiero, chiaro ed esposto con chiarezza, era un invito a pensare ad un miglioramento e ai piani e ai progetti imprescindibili per poterlo attuare. Asserito questo bisogna costatare il solito silente muro di morbistenza. Il sasso, o meglio l’invito lanciato, non ha prodotto eco alcuna. Nessuno si è fatto avanti, nessuno ha affrontato l’argomento. Non occorre ripetere i punti sollevati da Pino Lo Presti. Chi non l’ha letto, ma è dotato di buona volontà può andare a meditarlo rileggendolo. In dimensione ridotta rispetto a quegli argomenti, però, ci sono alcune questioncine che sarebbe opportuno rilevare, in formato piccolo piccolo piccolo e a bassa voce. Sarebbe meritorio vivere in una cittadina come la nostra, così bella anche se poco turisticamente proponibile e accogliente, dove l’educazione alla legalità fosse perseguita. E non solo l’educazione alla legalità contro la mafia. Anche se, da qualcuno è stato affermato che non si deve essere mai contro. Per favore che qualcuno spieghi come si fa a contrastare senza essere contro. Qui si parla di educazione alla legalità per la legalità, senza settorizzare. L’educazione alla legalità è educazione alla legalità. Punto. Stop. Corsi di formazione per i vigili urbani che sono fermi, ad esempio, la mattina, in orario di scuola, in coppia all’angolo di via Carbonari con Corso Ruggero a conversare con un motociclista che non indossa il casco. Corsi di formazione per gli adulti che transitano in tre su motori omologati magari al trasporto di una sola persona e la terza persona trasportata è un neonato o comunque un bimbo molto piccolo stretto al petto di qualcuno al pari del ripieno di un panino, oppure i ragazzi sono due e se qualcuno indossa il casco è sempre o quasi l’adulto o gli adulti. Corsi di ripasso del Codice della strada : percorrere le strade contromano, possibilmente e di preferenza nelle ore in cui è vietato il transito nel centro storico, occupare i posti riservati agli invalidi, esibire pass temporanei o permanenti per invalidi nascondendo opportunamente la data di scadenza, essere sempre dotati di quella protesi auricolare che è il cellulare in moto, in macchina, meglio suv, quando si affronta una curva cieca con una mano sola, percorrere la nazionale in moto affiancati intenti a ciarlare, rallentare, fermarsi scambiare saluti dal finestrino a bordo di due auto che procedono in senso inverso l’una rispetto all’altra, andare in bicicletta come si va a piedi, tollerare che bimbetti, ragazzi e adulti sfreccino con grave pericolo per il prossimo anche per Corso Ruggiero e sui marciapiede del lungomare, giocare a calcio sugli spiazzi antistanti le chiese di corso Umberto, con palloni che volano e volteggiano con violenza, piombando sulla via sottostante e corredati da ingiurie contro chi non si precipita a raccoglierlo e a rilanciarlo. Oltre che in bicicletta, divorare la strada su quello strano aggeggio con due grosse ruote sul quale ci si sente così alti e superiori. Che cosa manca ? Esercitare lo sport di passare avanti nelle file, sostare sui marciapiedi , che sono rari e stretti, nelle strade dove più intenso è il traffico automobilistico, e rivolgersi con iattanza, prepotenza, tracotanza a chi vorrebbe usufruire del predetto marciapiede perché, allargando la coda come un tacchino, (sic) : “con tanto posto devi proprio passare lì?” Quanti corsi di formazione e di educazione alla legalità... Se questi minimalismi oggi sono vissuti come normali, che cosa avverrà domani ? Accennato questo va sottolineato il comportamento gentile ed educato di altri, ragazzi che si fermano a carezzare un gattino, a sorridere, ad aiutare, a chiedere scusa se ti urtano, pronti a sorridere, a farsi da parte : a rispettare… Il punto principe è il rispetto. Il corso di formazione principe è il rispetto.
In questo rito collettivo consumato alla fiera del circo in atto per qualsiasi motivo di comodo, sia esso sociale, politico, o che altro, (nel caso in esame relativamente alle prossime elezioni regionali) vediamo librarsi in aria i soliti aquiloni con code di aria fritta, le solite ceste che sorreggono le mongolfiere gonfie di gas scorreggianti ( gli scostumati), i palloncini multicolori, grappoli di scrosci stridenti che si aggiungono a quelli emessi da motori e diskjockeys. C’è una certezza : il vento cesserà e gli aquiloni finiranno per terra, il gas, l’elio, si esaurirà, i palloncini scoppieranno, il carburante sarà troppo caro e diminuirà la quantità dei veicoli a motore, e avrà termine anche la fiera delle manifestazioni inutili oltre che sciatte e il vento, ancora una volta l’avrà avuta vinta su tutti quei manifesti destinati a finire lacerati e sbrindellati e scoloriti con l’aiuto del sole e delle avverse condizioni meteo. Bisogna riconoscere che l’affissione è un’arma a doppio taglio e gioca scherzi irriverenti e cinici. Succede che vengano affissi fianco a fianco e, nella miscellanea, le scritte diventino boomerang, come si evince da alcune foto che fanno parte del book. E quelle affisse sui cassonetti dell’immondizia ? Evidentemente non era rimasto altro spazio. Per concludere, per uno stile di vita sostenibile auspichiamo di non vedere mai più ogni millimetro di qualsivoglia superficie a questo uso preposta (e,soprattutto, quella a tal fine non destinata) ricoperte di manifesti recanti scritte inneggianti, congratuleggianti, auguranteggianti, ripetute a pappagallo fino alla nausea. E ancora: sempre per un ecosistema sociale, per favore, chiunque ricopra una carica eviti di apporre scritte lapidee recanti il proprio nome e il proprio titolo accademico incisi per onorare la memoria di un cittadino che ha onorato il suo paese. AhiTALIA. E per non negarci niente il 22 del mese di ottobre dell’anno di grazia 2012, sono arrivati in Cefalù Sgarbi e Grillo: Vittorio Sgarbi è oramai inflazionato; Grillo, è arrivato a nuoto, nessuno l’aveva mai compiuta un’impresa simile. Dapprima ha saggiato il terreno, poi si è scatenato. Tenere sotto controllo il nuovo sbarco dei nuovi idlabiraG e dei illeM. Un senso lo ha. O No?
P.S. Capita di incontrare un candidato alle prossime elezioni: è in un cerchio di amici , ha in mano i volantini promozionali. Capita di fargli gli auguri di rigore : in bocca al lupo. Arriva il grazie di prammatica e qualcosa in più che impone di voltarsi per ascoltare il seguito. L’aggiunta è puntuale come dal macellaio, dal fornaio o dal droghiere per tenersi buoni o acquisire clienti : “ Lo faccio per Cefalù. ( per chi se non per Cefalù ) non per me. Io…” Il resto si perde nel vuoto. Vuoto che sconfina nell’infinito vuoto. Non vi è altro da dire : le foto parlano da sole e restano a futura memoria.
It is too clear and so it is hard to see | E’ talmente chiaro e pertanto talmente difficile da vedere |
A man once searched for a fire with a lightened lantern | un uomo andava in cerca del fuoco con una lanterna accesa |
Had he known what the fire was | se solo avesse saputo che cosa era il fuoco |
He could have cooked his rice much sooner | avrebbe cotto il suo riso molto prima |
(antica e famosa storia zen buddista)
“…quello che resta” olio su tela di Armiro Yaria (coll.privata)