I VASTASI di Vicolo Saraceni
La denominazione “i vastasi di vicolo saraceni “, discende dal teatro operato dai facchini del porto di Palermo e dalla sede dei magazzini di casa Miceli in Cefalù dove agisce la filiale dell’Associazione operante in Roma e ai quali si può accedere anche da Corso Ruggero 44. Nel 1770 i “luoghi deputati” dove si svolgevano gli eventi teatrali palermitani riservati alla “gente perbene” non erano accessibili ai facchini né come spettatori, né come comici, così come erano definiti gli attori.
I “vastasi”, per nulla scoraggiati ne trassero ulteriore spinta per costruire dei casotti in piazza Marina, sorta di palcoscenici di tavole sui quali salivano dopo il lavoro così come si trovavano per improvvisare e agire le farse che da loro presero il nome di vastasate.
Il successo fu strabiliante e tuttavia di tutti i numerosi canovacci del repertorio sono rimasti i titoli e il nome della maschera protagonista : Nofriu. Solo uno è integro:Lu curtigghiu di li Raunisi.
Il successo fu la loro fine artistica. Il folto pubblico richiamato indusse autori e comici di successo dei teatri “perbene”, a coglierne la chiave, a impadronirsi dei canovacci e a riproporli, violandoli e rubando la matrice forte, verace, vigorosa di queste farse per riportare il loro pubblico perduto nei loro teatri.
I casotti languirono, fra mille e mille difficoltà e ostacoli fino a che i vastasi cessarono l’ attività con la fine del secolo per tornare a ricoprire quel ruolo di fatica che avevano cercato di alleggerire e di nobilitare in quel modo geniale con le loro farse.
Nessuno è riuscito a cancellare ( sarebbe stato troppo difficile spiegare il successo rubato) la ingenua novità di quest’ arte in un periodo stanco e inamidato e la storia l’ ha consegnata a chi veniva dopo. Ricerca e sperimentazione nascono dalle radici, dalla tradizione e noi odierni “ vastasi di vicolo saraceni “ cerchiamo di tenerlo bene a mente nei nostri accadimenti.